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ASTROSAMANTHA DAL TRENTINO ALLO SPAZIO E RITORNO: Un viaggio nell’orbita terrestre attraverso le parole e le immagini di Samantha Cristoforetti

Dopo 199 giorni nello Spazio è proprio dalla sua terra natìa, il Trentino Alto Adige, e più precisamente dal MUSE di Trento, che il 5 ottobre 2015 Samantha Cristoforetti ha deciso di iniziare il suo tour divulgativo riguardo la spedizione “Expedition 42/43 Futura”. Il Capitano Cristoforetti ha incontrato il pubblico insieme allo statunitense Terry Virts e al russo Anton Shkaplerov, compagni non solo di missione, ma anche di divulgazione. La semplicità di AstroSamantha si nota sin dall’inizio della presentazione della sua avventura: una manciata di foto, un microfono e tanta voglia di raccontarsi e di raccontare. Nulla di più accompagnano l’astronauta in questa prima tappa di informazione rivolta alla cittadinanza.
Così, dopo un breve saluto delle autorità, si entra subito nel vivo dell’evento. La giovane scienziata trentina, già allieva presso l’Istituto delle Marcelline di Bolzano, in un’ora intensa di immagini e spiegazioni, ha narrato alla popolazione l’esperienza che l’ha vista protagonista a partire dal 23 novembre scorso.
Dopo un breve accenno alla partenza, un ricordo lungo appena otto minuti, Samantha Cristoforetti ha illustrato gli aspetti più importanti della sua spedizione: gli scopi scientifici, ma anche i dettagli più ludici, senza dimenticare le piccolezze che spesso si danno per scontate, ma che in assenza di gravità possono diventare problemi non trascurabili. Il semplice fatto di tagliarsi i capelli, ad esempio, può sembrare un’operazione semplice: in assenza di forza gravitazionale (e di una parrucchiera di fiducia!) anch’essa può diventare un lungo lavoro di addirittura due ore, spiega la Cristoforetti. Neanche bere è qualcosa di immediato: non potendo portare con sé scorte per 3 persone per quasi 200 giorni di permanenza nello Spazio è infatti necessario riciclare l’acqua da qualsiasi fluido corporeo disponibile, purificando ad esempio urina e sudore allo scopo di renderli nuovamente acqua potabile.
È con ironia che gli astronauti raccontano questi dettagli insoliti, mentre è la serietà che regna quando essi spiegano gli scopi scientifici della spedizione. Si tratta di ricerche sulle risposte del corpo all’assenza di gravità, finalizzate sia al miglioramento delle conoscenze biomediche che alla preparazione di una futura missione su Marte, molto più lunga e affaticante rispetto alle spedizioni finora realizzate. Sono state effettuate anche ricerche sulle capacità visive degli astronauti, che vengono danneggiate dalle missioni in orbita, nonché studi di fisica e tecnologia condotti da astronauti di diverse nazionalità.
La Stazione Spaziale, dove i tre astronauti della spedizione “Futura” sono rimasti per tutto il periodo di permanenza in orbita, è infatti una stazione internazionale, creata dalla collaborazione di diverse agenzie spaziali – la Nasa (USA), l’RKA (Russia), l’ESA (Europa), la JAXA (Giappone) e la CSA (Canada) – con lo scopo di avere una base spaziale su cui poter condurre quelle ricerche scientifiche che richiedono particolari condizioni, difficili da ottenere sulla Terra.
È da lì che Samantha ha realizzato alcuni scatti spettacolari, raffiguranti albe, tramonti ed aurore boreali, che hanno chiuso la presentazione dei tre astronauti, lasciando a bocca aperta gli spettatori.
Grazie alla buona organizzazione ed alla curiosità della cittadinanza, si è creato alla fine dell’evento uno spazio per domande e risposte, che ha coinvolto in prima persona il pubblico, rendendolo partecipe dell’avventura vissuta dai tre protagonisti. Samantha, Terry ed Anton con le loro testimonianze la loro disponibilità hanno saputo costruire un evento diverso, nuovo e coinvolgente, informativo ma non noioso, adatto sia ai più giovani che ai più esperti.
Debora Lamcja

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