Testimonianza Icio

Nel cortile della scuola abbiamo intervistato Icio che ci ha raccontato altri dettagli della sua storia.

Aurora: Com’era la sua vita prima di diventare un senzatetto?

Icio: Ho sempre lavorato come cuoco, non ho mai fatto altri lavori, era la mia vita, ho lavorato come cuoco fino a 49 anni.

A: Da quanto tempo lavora con Volontarius?

I: Adesso sono 4 anni che lavoro con Volontarius, seguo sempre le scuole, vado a raccontare la mia storia ai bambini, perché sono loro che mi hanno dato la forza di andare avanti. Qualche volta faccio servizio camper (porto viveri ai più bisognosi), quindi aiuto le persone che sono nella mia stessa condizione.

A: Ha collaborato anche in altre situazioni con Volontarius?

I: Nel periodo in cui arrivavano molti profughi in stazione, io un altro ragazzo di colore accoglievamo coloro che arrivavano e cercavamo di fare dei sacchetti con acqua e pane da distribuire. Dopo un po’ ho abbandonato perchè la situazione era gestita dall’associazione Volontarius.

A: Lei ha lavorato a contatto con i senza-tetto, nella sua stessa situazione passata. Secondo Lei c’è un modo per aiutare queste persone?

I: C’è un modo per aiutarli, trattandoli amorevolmente e non trattandoli come pezze da piedi. Capisco, anche io puzzavo e non potevo lavarmi, quando dormivo al parco della stazione, le mutande e le canottiere la sera le lavavo e di notte le lasciavo asciugare. Così da avere almeno l’intimo pulito. Se la gente si dedicasse a portare un po’ di pane e formaggio, sarebbe un aiuto enorme ma pochi lo fanno.

Un mio amico alla stazione delle corriere, è lì allo spasimo ormai. Ogni tanto gli vado a comprare del cibo e un po di tè caldo al bar. Vederlo lì al freddo, abbandonato da tutti, è brutto.

A: Lei ha detto che è stato aiutato da alcuni ragazzi delle medie…

I: Ero ridotto malissimo. Devo ringraziare i ragazzi delle scuole Archimede e Toniolo che sono stati i miei primi incontri. Sono stati loro a salvarmi la vita, mi hanno dato il coraggio di ricominciare e io avevo promesso a loro che mi sarei curato infatti ho fatto 10 interventi chirurgici in un anno. Adesso sto abbastanza bene, mi sto curando, sto prendendo medicinali (infatti dopo l’intervista devo andare a fare una visita medica hahaha). Adesso vivo in un appartamento in affitto, ogni tanto incontro ragazzi a cui ho raccontato la mia storia, ormai cresciuti. Ho seguito molto anche gli scout, che sono venuti da molte città d’Italia.

Ho sempre messo i ragazzi davanti alla mia salute: prima di tutto vengono i ragazzi, sono più importanti. A volte ho rinviato interventi chirurgici perché avevo degli incontri con loro. In mezzo ai ragazzi vedo anche mio figlio.

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