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Soia e OGM: a rischio molte specie di insetti

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Negli ultimi anni il numero di persone vegane è in aumento; conducono una vita sana e di limitano l’impatto ambientale evitando carne e derivati animali. Ma è davvero così?

Non mangiando carne queste persone devono compensare la carenza di ferro e proteine con altri alimenti come ad esempio i legumi. Nella dieta vegana sono stati introdotti anche alimenti come il latte di soia e il tofu che vanno a sostituire carne e pesce. La maggior parte di questi elementi ha come ingrediente principale la soia che non è priva di costi ambientali: ha ad esempio bisogno di molta acqua. Inoltre per la produzione di questa pianta è stato abbattuto un quinto della foresta amazzonica (wwf non mangiamoci l’amazzonia).

Non tutti sanno che, inoltre, la soia che arriva sulle nostre tavole è in larga misura OGM (organismo geneticamente modificato). Il 60% della soia prodotta a livello mondiale è transgenica. Questo significa che il suo DNA è stato modificato per resistere ad alcuni erbicidi.

Questo tipo di soia è presente in moltissimi alimenti usati dai vegani per sostituire carne e pesce. È stata dichiarata sicura per l’alimentazione in Europa ed America ma alcuni studi hanno dimostrato che danneggia gravemente gli animali e l’ecosistema. La scienziata russa Irina Ermakova ha studiato gli effetti di un’alimentazione contenente soia transgenica sui topi. Concentrandosi sulla prole dei topi nutriti con questo tipo di soia ha osservato che la maggior parte dei cuccioli sono morti o non si sono sviluppati correttamente. I pochi sopravvissuti una volta divenuti adulti non si sono riprodotti.

Le piante OGM possono inoltre trasferire i transgeni alle coltivazioni tradizionali (specie autoctone), modificandone il DNA in maniera permanente. Questo avviene con l’impollinazione perpetrata da api, farfalle e altri insetti. Questi animali rimangono danneggiati dal contatto con le piante transgeniche, il loro organismo non è infatti in grado di gestire il flusso di DNA alterato e i prodotti chimici a cui la pianta OGM puó resistere.

Una conferma ne è un’indagine sulla farfalla monarca (Danaus plexippus) svolta da alcuni ricercatori del Minnesota e Iowa State University. La popolazione di questa specie è in declino soprattutto in Messico dove c’è una forte concentrazione di coltivazioni OGM. Sono solo coincidenze? Non la pensano cosí gli studiosi del Center Food Safety che sostengono che le colture transgeniche abbiano eradicato l’Asclepias. Questa pianta è spesso presente nei campi coltivati (anche piantagioni geneticamente modificate). La farfalla monarca deposita le uova su questo vegetale che è anche l’unica fonte di nutrimento delle larve. La scarsa presenza dell’Asclepias sta mettendo in grave pericolo anche la specie delle Danaus plexippus in via di estinzione.

Insomma, anche i cibi vegani ad oggi disponibili non sono proprio cruelty free.

Chiara Bergamini, 2 F

autore foto 1: squamatologist

autore foto 2: Stephen Downes

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