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SERRICOLTURA: IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA MONDIALE  

Presto saremo in 9 miliardi; un aumento di 2 milioni di persone nei prossimi quarant’anni. Si ipotizzano addirittura anche 10 miliardi di persone nel 2050. Come sfamare tutte queste persone senza prosciugare e distruggere le risorse del nostro pianeta Terra?

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La risposta più valida, sino ad ora, è la serricoltura: coltivazione di ortaggi in luoghi chiusi, nei quali vengono riprodotte, per quanto possibile, le loro condizioni ideali di crescita. Illuminazione, temperatura, umidità e irrigazione sono gestite artificialmente. L’obiettivo della serricoltura è la coltivazione di ortaggi con un ridotto dispendio di risorse, ad esempio acqua e fertilizzanti. Per garantire questo risparmio, costanti controlli sono effettuati sulle specie coltivate nelle serre, consentendo una crescita sana e con una percentuale di rischio di malattie molto inferiore all’agricoltura “standard”.

Le serre possono essere suddivise in tre grandi gruppi:

– Serre low-tech: con un costo medio di 30 €/m2, ma con una grossa influenza dell’ambiente esterno sulle coltivazioni.

Serre medium-tech: con un costo medio che oscilla tra i 30 e i 100 €/m2. L’influenza dell’ambiente esterno è moderata.

Serre high-tech: con un costo medio superiore ai 100 €/m2. L’influenza dell’ambiente esterno è minima se non nulla. 

Il primo paese a sviluppare le serre ad alta tecnologia è l’Olanda, la quale successivamente è stata presa come spunto da paesi confinanti quali il Belgio e l’Inghilterra in primis. Ora anche Germania, Nord America e Giappone stanno iniziando il loro progresso tecnologico nel campo della serricoltura.

Ciò nonostante la serra più grande conosciuta fino ad ora si trova a Hong Kong, in Cina. La tecnologia avanzata sta dando i suoi frutti (sia nel vero senso della parola che non): in 25.000 metri quadrati sono coltivati oltre 10.000 capi di lattuga al giorno, riducendo dell’80% i rifiuti alimentari. L’utilizzo standard dell’acqua nei campi all’aperto è stato ridotto ben del 99%. Ma la vera innovazione è l’illuminazione: la tecnologia avanzata del LED ha raddoppiato la velocità di crescita della lattuga e riduce almeno del 40% i costi energetici.

E proprio riguardo all’illuminazione nascono i primi dubbi: la luce artificiale riesce a sostituire la luce naturale? Molti sono i pareri contrastanti. C’è chi afferma che la luce naturale fornisca agli ortaggi gli spettri di luce adeguati a una buona crescita, che non possono essere dati dalla luce artificiale. C’è anche chi afferma che la luce artificiale (non tutti i tipi di luce artificiale poiché emettono spettri di luce differenti), se alternata adeguatamente, può dare alle piante i componenti di cui hanno bisogno, proprio come la luce del sole.

Numeri incredibili, pro e contro, illuminazione adeguata… la serricoltura produrrà ortaggi non dannosi per l’organismo umano? Per ora non si sa per certo. L’unica cosa sicura è che l’umanità ha bisogno di più cibo per tenere testa alla crescita demografica in previsione per i prossimi decenni. E proprio per questo, risultati come la serra cinese di Hong Kong, fanno clamore e convincono sempre di più le persone della validità e della concretezza della soluzione rappresentata dalla serricoltura.

  Antonio Timpone, 2F

La foto “greenhouse.jpg” è stata caricata da: “Local Food Initiative

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