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Se ridi tu, lo faccio anch’io

La risata è contagiosa. A tutti noi, infatti, capita di scoppiare a ridere se osserviamo o ascoltiamo qualcuno farlo. Perché? Il segreto è nel cervello.

Una ricerca, pubblicata da alcuni scienziati della University College e dell’Imperial College di Londra su The Journal of Neuroscience, ha dimostrato infatti che quando ascoltiamo qualcuno che ride nel nostro cervello si attivano le stesse aree che si “accendono” quando siamo noi stessi a farlo. E, in sostanza, il nostro cervello istintivamente lo imita. È una capacità innata, un meccanismo specchio che rinforza i vincoli sociali.

Non siamo però i soli a essere contagiati dalla risata altrui: anche i nostri parenti più prossimi, le scimmie antropomorfe, ridono per contagio. Ma non solo. Un recente studio, frutto della collaborazione tra Università di Parmaa, Università di Pisa e Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr, ha dimostrato che la capacità di essere contagiati dalle risate è caratteristica anche di un nostro parente più “lontano”: il gelada, una particolare specie di babbuino che abita gli altopiani etiopici.

“Finora si pensava che alcuni fenomeni di contagio emotivo legati proprio alla mimica facciale fossero prerogativa dell’uomo e delle grandi scimmie, invece stiamo scoprendo che anche i gelada hanno grandi potenzialità di questo tipo” spiega Elisabetta Palagi, autrice dello studio pubblicato, insieme a Pier Francesco Ferrari e Giada Mancini, su Scientific Reports. Un dato incredibile è che non solo questi primati vengono contagiati con tempi di latenza umani (in meno di un secondo dalla percezione dello stimolo scatta la risata), ma anche la risposta è tipicamente a specchio. Cioè, risate a denti stretti suscitano risate a denti stretti, così come risate ampie e intense innescano nel compagno lo stesso tipo di risata.

Lo studio ha dimostrato inoltre come il contagio tra madre e figlio sia più frequente e veloce. “Come negli esseri umani, anche nei primati non umani, il contagio della risata potrebbe rappresentare uno degli elementi fondamentali della relazione madre-figlio ed essere un importante indicatore della qualità di tale relazione” precisa la ricercatrice.

Foto di Guendalina bla bla

Davide Cremonini e Simone Franza

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