Dal territorio Ecologia Off-Topic Scienze...

Il panda gigante è in pericolo

L’Ailuropoda melanoleuca, generalmente conosciuto come panda gigante, vive nelle regioni montuose della Cina e, sebbene abbia il sistema digestivo tipico dei carnivori, segue una dieta vegetariana: si nutre di germogli di bambù. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, il cambiamento climatico sta minacciando l’esistenza delle piante di bambù e, di conseguenza, la sopravvivenza di questo grande mammifero che, entro la fine del secolo, potrebbe trovarsi di fronte a una drastica carenza del suo cibo preferito.

Il lungo ciclo riproduttivo del bambù, che si riproduce ogni 30-35 anni, limita infatti la sua capacità di adattarsi al surriscaldamento del pianeta. Inoltre, come evidenzia il WWF, le piante di bambù, che muoiono dopo la fioritura, a intervalli regolari (da 10 a 100 anni, a seconda della specie) fioriscono tutte insieme. Poi ci vuole circa un anno prima che germoglino di nuovo dai semi, ma possono passarne anche 20 prima che la foresta possa nuovamente offrire rifugio e cibo ai panda.

Se tanti anni fa le foreste di bambù erano molto estese, costituite da specie diverse che non fiorivano e morivano simultaneamente, e il panda quindi poteva trasferirsi di foresta in foresta a caccia di cibo, oggi il suo habitat naturale si è impoverito. Le foreste di bambù stanno scomparendo. E gli esseri umani non risultano estranei a questa decimazione. Attraverso opere di disboscamento, hanno trasformato le foreste in campi coltivati. E così, sempre più il panda è relegato in piccole aree frammentate e, non appena esce dai confini delle riserve dove è protetto, è esposto ai fucili di cacciatori e bracconieri.

A minacciare questa specie, però, concorre anche il basso tasso di natalità. Il panda gigante presenta un periodo riproduttivo di circa 6 settimane all’anno, ma le femmine vanno in colore per soli 2-3 giorni, quindi nell’arco dell’anno nascono pochi cuccioli e il tasso di mortalità infantile è elevatissimo: i cuccioli hanno poco pelo e sono molto delicati. Inoltre la riproduzione e l’allevamento in cattività risultano assai difficili: negli zoo cinesi sono nati circa 30 cuccioli dal 1963.

Foto di Manyman

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *