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Il cugino della Terra

Siamo soli nell’universo? Quante volte ci siamo posti questa domanda, e quante risposte diverse sono state date? Un’infinità. Per scovare pianeti simili alla Terra, che potrebbero ospitare forme di vita, sono stati lanciati in orbita diversi satelliti. Tra questi un posto d’onore è riservato a Kepler, telescopio spaziale della Nasa che il 17 aprile ha stupito ancora una volta trovando un “parente stretto” della Terra.
Kepler-186f, così è stato battezzato, non è il primo pianeta extrasolare scoperto – in 4 anni di missione ne sono stati trovati migliaia – ma suscita molto clamore perché è il primo a essere veramente simile alla Terra. Situato a 500 anni luce da noi nella direzione della costellazione del Cigno, è il quinto di un sistema extrasolare orbitante attorno a una nana rossa, una stella molto più piccola e luminosa rispetto al nostro Sole.
Roccioso e dalle dimensioni simili alla Terra, le osservazioni (che consistono nel cogliere i lievi abbassamenti di luminosità dovuti al passaggio del pianeta davanti alla stella) indicano che Kepler-186f si trova nella cosiddetta “fascia d’abitabilità”, ovvero a una distanza tale dalla sua stella da ricevere la giusta dose di luce e calore e permettere la presenza di acqua allo stato liquido, considerato un possibile fattore favorevole alla comparsa della vita. Per lo meno come la conosciamo noi. Tuttavia l’enorme distanza che ci separa rende difficile l’analisi di una eventuale atmosfera, che potrebbe essere un altro indice di presenza di vita aliena.
In attesa di nuovi possibili sviluppi, Kepler-186f è stato soprannominato “cugino” della Terra perché molto simili dal punto di vista della struttura. Come spiega Giuseppina Micela, direttrice dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo ed esperta nella ricerca dei cosiddetti esopianeti, Kepler-186f “è il cugino, e non il gemello, della Terra proprio perché la stella, invece, è diversa, trattandosi di una stella molto più fredda del Sole e più piccola. Queste sono le stelle più comuni nell’universo. Sono le stelle su cui è più facile trovare pianeti piccoli, proprio perché, essendo stelle piccole, il contrasto stella-pianeta è più favorevole”.
Questa scoperta è ancora lontana, per l’appunto, anni luce dal rispondere definitivamente alla domanda che ci siamo posti in partenza, ma sicuramente è affascinante e rappresenta un passo in avanti significativo verso la ricerca di altri mondi simili al nostro. E chissà che non contribuisca ad avvicinare la gente alla scienza e viceversa, curiosi come siamo di scoprire se siamo veramente così unici. Sicuramente il lavoro degli astronomi a caccia di vita nello spazio non finisce qui.

Dennis Verra

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