Informatica

I piccoletti che spingono ancora di più

Da sempre i server sono un po’ come i capi d’abbigliamento: ne esistono d’ogni taglia e colore e soprattutto d’ogni fascia di prezzo. È inutile negarlo: il mondo della tecnologia è caro. Basta considerare che con meno di 400 euro (saldi a parte) è difficile portare a casa un computer dalle prestazioni quantomeno soddisfacenti, per rendersi conto di quanto possa costare un server che si possa definire tale.
Il processore E7-8880 (di fascia enterprise) targato Intel, ad esempio, ha un costo da solo di 11.250,00 euro. Se poi si conta che bisogna aggiungere ancora la scheda madre, il sistema di raffreddamento, le memorie, lo spazio di archiviazione e molto altro, si realizza che il prezzo complessivo può schizzare davvero alle stelle.
Proprio in questo campo la Hewlett-Packard Enterprise ha fatto di nuovo un grande passo, lanciando la decima generazione del loro MicroServer. Si tratta di un “cubetto”, anche se la sua forma non è esattamente cubica, contenente un concentrato di tecnologia.
Questo loro prodotto aveva visto la luce con la settima generazione dei server HPE e vantava delle caratteristiche più che decenti, e già sufficienti per definirlo “server”, pur mantenendo un prezzo contenuto e alla portata di tutti. Era nata così anche per i server la taglia “S“, chiaramente insufficiente per supportare l’erogazione di servizi cloud con migliaia di utenti, ma ampiamente in grado di supportare servizi web, database e anche di emulazione.
È da poco sul mercato l’ultimo rappresentante di questa stirpe: l’HPE Proliant MicroServer di decima generazione. La configurazione base, quindi senza dischi e senza il sofisticato iLo*, costa 250 euro circa negli store online. Monta un AMD Opteron come processore, e non più Intel come era stato fino alla scorsa generazione, con grafica integrata ed è dotato di due porte DisplayPort in grado di raggiungere il 4K di risoluzione grafica. Parte equipaggiato di 8GB di RAM, ma può arrivare fino a 32GB, due schede di rete e due slot PCI**. I 4 slot dedicati ai dischi possono arrivare ad un’archiviazione totale di 16TB (16000GB !!).
Si riconferma quindi un ottimo server per iniziare, per quelli a cui il computer da solo sta ormai troppo stretto, ma non possono permettersi di spendere migliaia di euro per un server ultraprofessionale. Trova chiaramente impiego anche nelle scuole: la sua potenza è perfetta per consentire agli studenti di sperimentare liberamente con le nuove tecnologie.
Complimenti quindi ad HPE e che auspichiamo continui su questa strada!

* iLo (integrated Lights-out): strumento che consente di gestire al 100% il server da remoto, incluso accensione/spegnimento.
** PCI: porte di espansione per aggiunta di nuove schede.

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