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FESTIVAL STUDENTESCO: COSA SI NASCONDE DIETRO UN’IMPECCABILE PERFORMANCE

La competizione è alle porte. I tre protagonisti di questa intervista, Alex Forti, rappresentante di istituto e della categoria teatrale, Elisa Cardinale, rappresentante del musical, e Alessandro Fantini, rappresentante di danza moderna, ci danno un assaggio delle emozioni e della pressione legate all’attesa del festival studentesco. Interpretare il ruolo di rappresentante comporta dedizione e impegno.

Cosa si prova ad interpretare il ruolo di rappresentante?

Alex: “Questo ruolo dà molta soddisfazione, spinge a mettersi alla prova e a mettere in gioco molte capacità, quali l’organizzazione e, parlando di teatro, le tecniche recitative”.

Elisa: “Da un lato è un bel ruolo, perché si è un punto di riferimento per gli altri, tuttavia è complicato, perché si hanno tante responsabilità”.

Alessandro: “Non me lo sarei mai aspettato, ma ritengo che sia un ruolo difficile”.

Perché hai scelto di partecipare?

Alex: “La mia avventura è cominciata l’anno scorso. Ho iniziato a provare per capire se tale esperienza sarebbe stata in grado di coinvolgermi. Avendo avuto una buona impressione, ho deciso di iscrivermi. Quest’anno, inoltre, sono stato eletto rappresentante”.

Elisa: “Ho scelto di partecipare, perché ritengo che sia una bella esperienza e, non avendo partecipato, per motivi vari, alle due scorse edizioni, ho deciso di godermi questo ultimo anno”.

Alessandro: “Mi hanno proposto di partecipare e ho accettato, perché mi piace la danza”.

Quante volte alla settimana vi trovate per provare?

Alex: “Tre volte alla settimana: lunedì, martedì e venerdì”.

Elisa: “Con gli altri partecipanti ci si trova una volta alla settimana, ma le coreografie le ho ideate prima di iniziare a provare anche con loro”.

Alessandro: “Una volta a settimana: il martedì, dalle 13:30 alle 15:00”.

Siete stati agevolati dal corpo docenti per quanto riguarda le prove del festival? Dove si svolgono?

Alex: “Poiché quest’anno è stato richiesto che un insegnante assistesse alle prove, è stato molto difficile trovare professori disponibili a farsi carico di tale impegno”.

Elisa: “Sì, abbiamo ricevuto appoggio da parte della preside, ma ci siamo sempre dovuti organizzare in tempo per trovare un insegnante che sorvegliasse. Le prove si svolgono in aula magna”.

Alessandro: “Occorreva sempre cercare le sorveglianze da parte dei professori, ma rispetto agli altri anni, in particolare rispetto all’anno scorso, la situazione è migliorata”.

A cosa ti sei ispirato/a per l’ideazione delle coreografie? Com’è nata l’idea?

Elisa: “L’ideazione delle coreografie nasce spontaneamente, dando sfogo alla propria immaginazione. Ho scelto di creare un musical sul film dei Blues Brothers, perché volevo fare qualcosa di diverso, di originale, che avesse come protagonisti due uomini.

Alessandro: “Sinceramente non saprei dirlo precisamente. A lezione di danza ho sentito questa musica e ho iniziato a ballare”.

Ti è mai capitato di ricevere critiche dagli altri studenti? Se sì, come ti sei sentito/a? Come hai reagito?

Alex: “Critiche grosse no. Parlando di teatro, alcuni giudizi negativi sono sorti riguardo le battute. Ovviamente si cerca sempre di migliorare e l’opinione degli altri mi ha dato l’occasione di ottimizzare i testi”.

Elisa: “Sì, soprattutto all’inizio, perché veniva disapprovata la staticità delle coreografie. Ci sono rimasta un po’ male, ma poi ho provato a cambiare qualcosa e ho cercato di migliorarle. Le critiche sono arrivate anche quando ho dovuto eliminare alcune persone dal musical, però anche questo fa parte del gioco”.

Alessandro: “Sinceramente non ho ricevuto nessuna critica”.

Da questa attività cosa ritieni di aver acquisito?

Alex: “Spero di essere meno timido rispetto all’anno scorso, sia dal punto di vista scolastico sia dal punto di vista sociale, ossia nelle relazioni con le altre persone”

Elisa: “Innanzitutto ho creato un forte legame con tante persone che prima di iniziare il festival non conoscevo. Quest’esperienza, infatti, permette di creare qualcosa di grande sia a livello artistico che a livello umano”.

Hai scoperto di avere delle doti che non pensavi di avere?

Alex: “Dicono che sia bravo a recitare”.

Elisa: “Sì, perché non ero mai stata una rappresentante. Organizzare un musical è difficile, nonché una grande responsabilità, e non pensavo di esserne capace”.

Questo impegno influenza il tuo rendimento scolastico?

Alex: “Spero di no, sicuramente il tempo dedicato al festival è tanto, ma non ha niente a che fare con il mio rendimento scolastico”.

Elisa: “È più stressante e faticoso conciliare lo studio con l’organizzazione del festival. Nonostante ciò, questa attività non influenza negativamente il mio rendimento scolastico”.

Qual è lo spettacolo di punta con il quale speri di vincere?

Alex: “Per le serate classiche puntiamo sui grandi classici, per le serate moderne sul musical”.

Elisa: “I rappresentanti dicono che vogliono puntare tutto sul musical”.

Alessandro: “Danza classica”.

Qual è la scuola che temi di più?

Alex: “Risulterei scontato se dicessi il Pascoli, perché è due anni che vince, ma effettivamente è così.

Elisa: “Il Pascoli, perché è da due anni che vince e, se arrivasse primo anche quest’anno, si porterebbe a casa la coppa”.

Alessandro: “Il Pascoli e il Carducci sono le scuole che temo di più”.

Come ci si sente quando finisce il festival?

Alex: “L’anno scorso, finita la competizione, ero soddisfatto, perché dopo un lunghissimo percorso siamo riusciti ad ottenere un buon risultato. Credo che l’elemento dominante non sia lo spirito di competizione, bensì lo spirito di gruppo che si crea con questa attività”

Elisa: “Ho investito tanto tempo in questa cosa, quindi per un momento sentirò quasi un vuoto. I legami che si sono creati, però, sono sicura che non cambieranno dopo la competizione, anche se calerà l’agitazione”.

Consigli quest’esperienza? Perché?

Alex: “Sì, assolutamente”.

Elisa: “La consiglio perché dà l’opportunità a tutti di fare qualcosa che piace e valorizza le capacità di ognuno. Inoltre, si crea un gruppo unico tra le classi e si conosce la scuola da un altro punto di vista”.

Alessandro: “Sì, perché è un momento di unione tra gli studenti della scuola e i ragazzi più grandi non guardano i più piccoli dall’alto in basso”.

Lubjana Buzi e Sofia Tropea, 1C

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