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Allarme siccità a Città del Capo

La mancanza d’acqua sembra mettere in ginocchio Città del Capo.
Nonostante la metropoli sudafricana giaccia in condizioni di estrema emergenza, non tutti sembrano dar conto al problema. Attualmente solo il 39 per cento dei residenti rispetta il limite di 87 litri d’acqua per persona al giorno; nonostante ciò il dito è puntato sulle autorità locali, accusate di non aver dato la giusta priorità alla questione e incapaci di trovare soluzioni efficienti alla catastrofe imminente.
Il day zero è fissato per il 12 aprile. Dopo quella data gli abitanti dovranno recarsi in uno dei 200 punti di distribuzione dell’acqua, dove potranno ricevere un massimo di 25 litri per persona al giorno e la situazione potrebbe ancora peggiorare. Gli scienziati prevedono che nel giro di vent’anni le piogge invernali cesseranno e quelle estive diminuiranno, con la previsione che Città del Capo potrebbe diventare un prolungamento del deserto del Karoo.
La desalinizzazione dell’acqua marina e il trattamento delle acque di scarico sarebbero due possibili soluzioni, così come il pompaggio di acqua sotterranea, ma oltre ai limiti economici, è la mancanza di leadership a livello nazionale e locale il vero problema.
Il crollo del turismo, la perdita dei posti di lavoro, il calo dei prezzi delle case e la diffusione di malattie sono solo alcune delle nefaste conseguenze che si prospettano per la metropoli sudafricana.
Per salvare la città è necessaria la coalizione delle autorità locali, nazionali e soprattutto della popolazione, al fine di trovare una soluzione comune al problema e un’efficiente pianificazione degli interventi.
Gaia Marri

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