Il Risorgimento – La questione del Mezzogiorno
Il grande divario esistente tra Nord e Sud Italia, presente ancora ai giorni nostri, ha origini geografiche e storiche che risalgono alla caduta dell’Impero romano, dopo la quale Nord e Sud hanno avuto storie diversissime. Tuttavia queste differenze apparvero chiare alla classe dirigente risorgimentale soltanto al momento dell’unificazione, poiché pochissimi membri delle élites centro-settentrionali avevano visitato l’Italia meridionale. La grande differenza tra le due parti della penisola dipendeva anche dalle rispettive situazioni politiche: il Sud, infatti, era stato politicamente unificato fin dal XII secolo, ma sempre a opera di conquistatori e dinastie extra italiane; il Nord, invece, era ricchissimo di città dotate di una forte tradizione di autonomia, sedi di conflittualità politica sia interna che tra di loro che aveva portato ad una grande crescita socio-culturale. Anche la conformazione geofisica del territorio era meno favorevole al Sud, dove prevaleva un territorio montuoso con frequenti fenomeni franosi, i terreni coltivabili erano pochi, spesso infestati da vaste zone malariche e il clima era spesso secco e arido. Al Nord, al contrario, era presente una vasta pianura attraversata da numerosi corsi d’acqua. E’ quindi chiaro perché il Nord fosse più sviluppato del Sud: aveva infatti un tasso di analfabetismo minore, un numero maggiore di strade, numerose vie di comunicazione e un PIL più alto. Inoltre era presente un dislivello fortissimo nelle principali attività industriali dell’epoca, infatti al Nord erano presenti circuiti di vendita all’estero sostenuti da case commerciali e banche, invece al Sud case commerciali e istituti di credito erano totalmente assenti. La crisi economica e sociale del Sud Italia portò a una vasta sollevazione a opera di una notevole parte delle popolazioni contadine di quelle regioni, a cui fu dato l’antico nome di “brigantaggio”.
Eleonora Daprà, Humera Hamid, Sofia Magno